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La gestione degli insoluti e il recupero crediti passa attraverso varie fasi e può essere di diversi tipi, a seconda anche della difficoltà dell’operazione e della morosità del debitore.

L’attività di recupero crediti viene fatta allo scopo di ottenere il pagamento di un credito che è venuto a mancare o perché il debitore si rifiuta di pagarlo, o perché è impossibilitato a farlo trovandosi in una situazione di difficoltà economica.
In ambedue i casi, il recupero crediti passa attraverso due fasi principali: la fase stragiudiziale e la fase giudiziale, cui si arriva se la prima fase non ha portato a risultati soddisfacenti.

La fase stragiudiziale, come suggerisce il termine stesso, prevede di cercare di ottenere l’estinzione del debito senza ricorrere a vie legali, cosa che potrebbe allungare i tempi e far lievitare anche i prezzi dell’operazione. Se il debitore si dimostra collaborativo, questa modalità di riscossione crediti può sicuramente portare a dei buoni risultati.

Nel caso in cui non si arrivi all’obiettivo preposto, si passa alla fase giudiziale. Bisogna comunque precisare che l’azione legale, solitamente, viene intrapresa nel momento in cui si è accertato che esiste un capitale sufficiente a coprire l’insoluto. Per riscuotere il credito, si può ricorrere a diversi metodi: il ricorso per ingiunzione (che permette di ottenere un titolo esecutivo), il precetto su titoli (qualora il creditore sia già in possesso di titoli esecutivi e possa quindi ottenere l’esecuzione forzata sui beni del debitore), il pignoramento dei beni (procedimento volto a sottrarre al debitore dei beni e a convertirli in denaro), il sequestro conservativo (i beni pignorabili vengono vincolati) e il fallimento (la liquidazione delle attività facenti parte del patrimonio del debitore, nel caso in cui si tratti di un imprenditore commerciale in stato di insolvenza).